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Mitologia greca, Religione e Chiesa Ortodossa

Le origini e la religione Omerica

Anche se le sue origini precise si perdono nel tempo, si ritiene che la religione greca moderna risalga al periodo delle invasioni ariane del secondo millennio a.C., quando quegli invasori incontrato i due popoli che esistivano nella regione della Grecia sin dal Neolitico: gli Egei (Pelasgi) ed i Minoici di Creta. Dalla fusione di Ariani, Egei e Minoici nacque quella che ancora oggi è conosciuta come "la cultura greca" e che diede luce alla "civiltà minoico-micenea", fiorita nel periodo che va dal 1600 al 1400 a.C. Precedentemente alle invasioni, le comunità Elladica era stata ampiamente separata geograficamente, così per gli invasori stranieri è stato semplice spazzar via tutto, incluse le varie credenze religiose che erano prevalenti nei distretti periferici.

In un primo tempo il risultato era un agglomerato confuso, ma gradualmente una certa sistematizzazione degli dèi cominciò a prendere forma. Il matrimonio di Zeus, il dio del cielo dei conquistatori, ed Hera, la dea della fertilità dei vinti, simboleggiarono il tentativo di fusione, anche se il conflitto costante tra la coppia divina, come si vede nell'Iliade, indica le tensioni ancora vive della lotta. Del resto il classico Pantheon greco era popolato di divinità mutuate da tutte le culture coinvolte: Zeus, il padre cielo, Demetra la madre terra, e Hestia, la dea vergine del focolare, sono state prese in prestito dagli invasori indo-europei; Rea era una dea indigena minoica; Atena era micenea, Hera ed Ermete erano Egei; Apollo era Ionio; Afrodite mutuata da Cipro, mentre Ares e Dioniso dalla Tracia.

Poco prima delle violenti invasioni doriche, gli Achei avevano combattuto duramente i Troiani dell'Asia Minore. La cronaca di quella guerra, l'Iliade, fornisce la prima immagine chiara di come la religione greca si sia evoluta da una miscela di Achei, Dorici, Minoici, Egiziani ed altre influenze asiatiche. Questa fu la fase "Omerica" della religione greca: Zeus era il supremo signore dei cieli, conservando la sua originale importanza ariana, condivideva il dominio con i suoi due fratelli pre-ariani, Ade, signore degli Inferi, e Poseidone, signore delle acque. Attraverso una vasta serie di miti e leggende (la più chiara illustrazione è Teogonia di Esiodo), gli altri dèi e dèe erano prudentemente legati l'uno all'altro, fino a quando una famiglia divina fu istituita a capo assieme a Zeus.

Il pantheon omerico rappresentava un gruppo familiare molto ristretto dotato di forze naturali, ma non uguali alle forze naturali stesse. Gli dèi avevano poteri soprannaturali (in particolare sulla vita dell'uomo), ma il loro potere era fortemente limitato da un concetto di destino (Moira), inteso come forza inesorabile. Non si pensava che gli dèi fossero onnipresenti, onniscienti o onnipotenti. Privati dei normali attributi divini, gli dèi dell'Olimpo erano semplicemente ritenuti più grande degli esseri umani, ma non diversi o alieni, cosa che li portava a combattere tra di sè e spesso ad intervenire negli affari del genere umano (questo intervento venne appunto chiamato il "deus ex machina", o intervento divino).

Le caratteristiche sovrumane gli dèi dell'Olimpo erano principalmente l'immortalità e la capacità di rivelare il futuro all'umanità. I Greci non ritenevano l'mmortalità un dono particolarmente invidiabile. La morte era un male necessario, i morti erano ombre impotenti senza coscienza e ci sono solo immagini vaghe delle Isole dei Beati in un mondo olimpico.

I greci, però, si aspettavo informazioni dagli dèi sul futuro della propria vita terrena. Così la divinazione era un aspetto centrale della vita religiosa (vedi l'Oracolo di Delfi). Gli dèi dell'Olimpo erano, forse, così importanti nel loro ruolo di divinità civica che ciascuna delle città-stato greche aveva nominato uno o più dèi come proprio protettore . C'erano culti pubblici dedicati ad assicurare le città contro pestilenze o invasori. La festa religiosa era diventata occasione di riunione di cittadini e stranieri.


Gli sviluppi successivi

La guerra civile che seguì il periodo classico (dal 500 a.C.) mise gli antichi dèi sotto processo. Infatti, spesso gli dèi non avevano risposto alla devozione degli umani con quelle ricompense visibili ed immediate che ci si aspettava. Anche se gli dèi omerici avevano personalità distintiva, la loro realtà doveva ancora essere accettata intellettualmente.

Questa forma di religione era adatta agli abitanti della città più sofisticate, tra i quali c'era anche una forte tendenza monoteista. Tuttavia, non si adattava affatto ai bisogni della gente delle province, dei contadini e dei pastori, che avevano conservato nozioni di culto primitive intrise di superstizione (si pensi all'animismo).

Una volta che gli dèi furono messi sotto processo, si aprì la porta alla religione popolare della campagna greca. Dal momento che non ci si poteva più fidare degli dèi per rendere la vita piacevole, particolare attenzione fu posta sulla rigenerazione e l'aldilà. I misteri acquisirono importanza solo dopo che la religione omerica fu stabilita, ma le origini nelle feste stagionali che sono alla base molti di essi, risalgono fino al 1400 a.C. I Misteri Eleusini erano forse i più praticati dei misteri. Altri riti popolari erano i misteri di Dioniso e quelli orfici.

In reazione agli eccessi dionisiaci, Apollo alla fine si appropriò di molte delle virtù degli dèi più anziani, come la giustizia, l'armonia, la legalità e la moderazione. La tensione tra i ceppi apollineo e dionisiaco era particolarmente illustrata nel lavoro di drammaturghi greci come Eschilo, Sofocle ed Euripide, che avevano iniziato a mettere in discussione la giustizia e l'integrità degli dèi.

Fu l'evoluzione del pensiero filosofico a darci un taglio netto, ad aumentare e spostare il pensiero religioso greco verso un nuovo tipo di speculazione. I filosofi greci adottarono un approccio più razionale e scientifico nel guardare alla relazione dell'umanità con la natura, sposando una connessione logica fra l'uomo e la natura, giungendo a stabilire una relazione non più di natura misteriosa e segreta come quella tra l'uomo e dio.

Fu Platone che fece un'astrazione assoluta della più alta virtù, dando a quella astrazione la qualità di Bene Assoluto cui anche gli dèi devono rispondere. La riflessione filosofica portò così alla razionalizzazione di miti e leggende completando la distruzione del pantheon omerico. Il vuoto fu poi finalmente riempito dal cristianesimo.


La Chiesa Ortodossa

La dottrina della Chiesa cristiana fu fondata nel corso dei secoli durante Concili dove erano rappresentati i leader di tutte le comunità cristiane. La Chiesa d'Oriente riconosceva l'autorità dei Concili di Nicea 325 d.C., Costantinopoli I (381), Efeso (431), Calcedonia (451), Costantinopoli II (553), Costantinopoli III (680) e di Nicea II (787). Anche se inizialmente i cristiani orientali e occidentali condivisero la stessa fede, le due tradizioni cominciarono a dividersi dopo il settimo Concilio Ecumenico del 787 d.C. ed è comunemente creduto che la separazione fosse divenuta definitiva con il cosiddetto Grande Scisma del 1054.

In particolare ciò è accaduto nel corso della pretesa papale di suprema autorità e con la dottrina dello Spirito Santo. La rottura divenne poi definitiva con il fallimento del Concilio di Firenze nel XV secolo. Tuttavia, per la maggior parte degli ortodossi, il momento decisivo fu il sacco di Costantinopoli del 1204 durante la Quarta Crociata (voluta dai cristiani occidentali). Il saccheggio di Costantinopoli da parte dei Crociati alla fine portò nel 1453 alla perdita della capitale bizantina per gli ottomani musulmani. Questo non è mai stato dimenticato.

Le divisioni tra le Chiese orientali e occidentali avvennero gradualmente nel corso dei secoli, al frammentarsi dell'Impero Romano. Alla fine, mentre le Chiese orientali accolsero il principio per cui la Chiesa avrebbe dovuto mantenere la lingua locale della comunità, il latino divenne la lingua della Chiesa occidentale. Fino allo Scisma le cinque grandi sedi patriarcali furono Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Dopo la rottura con Roma l'ortodossia divenne "orientale" e l'espressione dominante del cristianesimo nel Mediterraneo orientale, gran parte dell'Asia Minore, Russia e Balcani.

La Chiesa Ortodossa è uno dei tre principali gruppi cristiani (gli altri sono cattolici e protestanti). Circa 200 milioni di persone seguono la tradizione ortodossa. Si compone di una serie di Chiese che si autogovernano e che sono "autocefale" (che significa che hanno la loro testa) o "autonome" (che significa autogoverno).

Le Chiese ortodosse sono unite dalla fede e da un approccio comune per la teologia, la tradizione ed il culto. Esse attingono da elementi culturali greci, mediorientali, russi e slavi. Ogni Chiesa ha i suoi propri confini di natura geografica (piuttosto che nazionale) che riflettono solitamente le tradizioni culturali locali dei suoi credenti.

La parola "Ortodossa" deriva il suo significato dal greco, ed è composta dalle parole "orthos" (giusto) e "doxa" (credo). Da qui il significato di ortodossia come "fede corretta" o "pensiero giusto".

La tradizione ortodossa si sviluppò dal cristianesimo dell'Impero Romano d'Oriente ed fu poi modellata dalle pressioni, dalla politica e dalle popolazioni di ogni specifica area geografica. Dal momento che la capitale orientale dell'Impero Romano era Bisanzio, questo stile di cristianesimo è talvolta chiamato "cristianesimo bizantino".

La Chiese Ortodosse condividono con le altre Chiese Cristiane la convinzione che Dio si è rivelato in Gesù Cristo, la fede nell'incarnazione di Cristo, la sua crocifissione e resurrezione. La Chiesa ortodossa si differenzia sostanzialmente dalle altre Chiese per lo stile di vita e di culto, e per alcuni aspetti della Teologia. Lo Spirito Santo è visto come presente nella Chiesa e come guida alla Chiesa e che lavora attraverso l'intero corpo della Chiesa, così come attraverso i sacerdoti ed i vescovi.

     

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